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Acque Sotterranee -
Italian Journal of Groundwater
(2012) - ASr01001: 067 - 069
DOI 10.7343/AS-005-12-0005
La leva economica nella gestione della risorsa idrica:
il caso del regolamento sui canoni di derivazione di acqua pubblica
della Provincia di Pisa
Giovanni Testa
Provincia di Pisa - Servizio Difesa del Suolo - U.O. Georisorse - Pisa
g.testa@provincia.pisa.it
La risorsa idrica è pubblica. Non solo, è un bene demaniale,
cioè patrimonio indisponibile dello stato ed il suo uso deve
essere regolamentato dallo stato in modo da non depauperarla
e sottoposto alla corresponsione di un canone di uso.
La legislazione italiana ed europea hanno fatto molti passi
avanti negli ultimi decenni verso la tutela della risorsa idrica,
imponendo la pianificazione dell’utilizzo della risorsa e le rela-
tive limitazioni alla concessione d’uso. In alcuni paesi europei
inoltre (Paesi Bassi in primis), le politiche di tutela della risor-
sa idrica hanno incluso un deciso ricorso alla leva economica,
attraverso la revisione dei canoni di concessione di derivazione
idrica. L’Italia da questo punto di vista è molto indietro. In
molti casi il canone è una frazione irrisoria del valore aggiunto
che l’utilizzo dell’acqua fornisce al concessionario e non incen-
tiva affatto al risparmio della risorsa.
La Provincia di Pisa ha inteso affrontare questa sfida ema-
nando nel 2009 un regolamento sui canoni di concessione del
demanio idrico, le competenze sul quale la Regione Toscana,
unica in Italia ha trasferito alle Provincie con LR 91/1998.
Prima del regolamento la Provincia di Pisa applicava i cano-
ni derivanti dall’aggiornamento di quelli normati dalla legge
“Galli” (L. 36/1994). Questi avevano tre caratteristiche che li
rendevano inadeguati alla realtà socioeconomica della Provin-
cia di Pisa e ad incentivare il risparmio:
• erano spesso irrisori,
• avevano dei livelli minimi che dovevano essere pagati da
tutti i concessionari che prelevavano al di sotto di una
soglia peraltro molto alta (circa 400.000 m
3
/anno per i
prelievi industriali),
• avevano valori molto differenti a seconda degli usi.
Come si ricava dalla tabella 1 un metro cubo destinato
uso
numero di
derivazioni
Volume richiesto in
concessione (m
3
)
canone minimo (€/
anno)
canone nominale
€/m
3
£/m
3
Industriale
449
43.976.618
2087,91
0,005104
9,88
potabile
136
91.848.430
347,99
0,000662
1,28
igienico ed altri
677
340.115
113,56
0,000331
0,64
irriguo
259
843.529
2,87
0,000016
0,03
Totale
1521
137.008.692
all’irrigazione veniva pagato 3 centesimi di lira; chi si arre-
stava al di sotto di circa 190.000 m
3
/anno – cioè la stragrande
maggioranza dei concessionari ad uso irriguo, pagava meno
di 3 €/anno, una cifra che non ripaga neppur lontanamente i
costi di riscossione.
Ma l’applicazione della legge “Galli” aveva anche risvolti di
iniquità. La Toscana, come molte regioni del centro nord, è
caratterizzata da un tessuto economico fatto di piccole e medie
industrie. Tra i comprensori di PMI uno di quelli di gran lun-
ga più idroesigenti è quello conciario, sito nella valle dell’Arno
in Provincia di Pisa in prossimità del confine con la Provincia
di Firenze. Se si escludono le aree produttive di più recente
creazione nel polo conciario, ogni azienda si approvvigiona
autonomamente da almeno un pozzo. La Provincia di Pisa si
trova quindi a gestire centinaia di pratiche di concessione solo
dal polo conciario.
Osserviamo quindi la distribuzione in classi di portata
(espressa in m
3
/anno) degli usi industriali in Provincia di Pisa
(Fig.1): la stragrande maggioranza delle derivazioni è compre-
sa tra 1.000 e 100.000 m
3
/anno; ciò implica che, con i canoni
della legge Galli pagavano tutti la stessa cifra, il minimo di
circa 2.000 €. Inoltre una piccola azienda che aveva in con-
cessione solo 1.000 m
3
/anno, pagava l’uso dell’acqua come se
l’avesse presa dal SII (circa 2 €/m
3
), senza contare i costi di
realizzazione e manutenzione del pozzo, di sollevamento e di
depurazione.
Il successivo grafico (Fig.2) mostra con maggiore chiarezza
l’iniquità dei canoni della legge Galli in una realtà produttiva
come quella della Provincia di Pisa.
Se dividiamo il canone minimo per i m
3
/anno in conces-
sione osserviamo che 18 concessionari che prelevano alcune
normative
Tab.1 –
Le derivazioni di acqua pubblica ed i relativi canoni derivanti dall’applicazine della Legge “Galli” in Provincia di Pisa prima del 2009